La storia non fa sconti e non finisce in un pranzo di gala. Il dittatore fascista della Spagna è morto meno di 50 anni fa. Hanno richiamato un re Borbone. Poi votato un socialista, Gonzales, che disse ai concittadini: “Ora siamo parte del mondo libero, consumate”. Ma la guerra civile -quasi mezzo milione di morti dal 1936 al 1939- covava dietro i palazzi sul mare e le abbuffate di paella. Alle generalidad furono attribuiti molti poteri, Catalogna, Paese Basco, Andalusia e, per certi versi Comunità Valenciana, si sentivano pari grado della capitale Madrid. Poi lo Stato tornò autoritario, triste e conservatore. Mentre Re Juan Carlos si occupava di ludi privati, Aznar scelse l’obbedienza agli Stati Uniti e alle sue guerre, marciò contro l’autonomismo, “nemico interno”, cui provò ad addossare una strage di Al Qaeda (Antiochia, 193 morti). Le sinistre tentarono nuove strade: difesa delle libertà -su quelle sessuali sono più avanti di noi- rivolta contro l’1%, Podemos. A destra tornò il franchismo (Vox, amici di Giorgia). Il moto di piazza contro re Felipe, il premier socialista Sanchez, il presidente valenciano, negazionista del riscaldamento ambientale, Mazón, denuncia il disastro (217 i morti, molti, molti di più i dispersi). Ma non cerca le cause, soldi distratti alla prevenzione, consumo sfrenato, soccorsi carenti. L’estrema destra, come sempre nel caos, ringrazia e cavalca.
Negli Stati Uniti sta succedendo quel che avevo previsto. Elettori che riteneva sicuri stanno lasciando Trump, che annuncia “brogli” e vuole “sparare” sulla stampa. Altri scappano da Harris, perché non credono che l’economia vada bene e che gli Stati Uniti siano forti e rispettati nel mondo. Quale di queste migrazioni sarà più importante? La risposta costruirà il futuro. Continuo tuttavia a ripetere che l’ordine americano, così come lo abbiamo conosciuto, imperialismo, liberismo, democrazie contro autocrazie, Bene vs Terrore, sia alle battute finali. Il fascista Trump non è la soluzione, solo una pipa carica di oppio. Ma -diranno i miei cari critici- l’informazione! Le bugie possono funzionare in tempi di guerra. Molti, troppi, israeliani si sono bevute le menzogne di Netanyahu secondo cui i palestinesi sarebbero sempre stati dietro la Shoah -ottima la ricostruzione ieri di Mottola per Report- e perseguano ancora lo sterminio degli ebrei. Ma poi cadano miseramente (le bugie), come l’Impero di Mussolini e la superiorità della razza ariana. Sono stati arrestati alcuni stretti collaboratori di “Bib”. Per aver diffuso segreti di Stato. In particolare, report taroccati che mostravano quanto inutili e dannose fossero le trattative con Hamas.
La Cina, paese emergente, ha un problema. Una parte dei soldi che i ricchi fanno all’estero non tornano in patria. Le grandi comunità regionali (che finanziano riconversione e welfare) sono a corto di soldi. E Il governo centrale ha ordinato alle imprese e agli imprenditori di farsi un “audit, per poi attestare se hanno pagato il dovuto o no. La Cina ha costruito troppe case, troppe strade, treni e auto elettriche. Ha bisogno di capitali per cambiare di nuovo modello di crescita. Qualcuno paghi!
Infine, non taccio di De Luca. L’uomo non mi hai mai dato vibrazioni positive, come non me ne danno i suoi nemici più ovvi, Travaglio e Conte. Il problema che vedo è un altro. Le regioni hanno poca autonomia politica ma molto denaro pubblico da spendere per conto dello Stato. Già questo le trasforma in target ambiti per ogni corruttore. In più, eleggono, con voto diretto, un “caudillo”, con poteri di vita e di morte sull’assemblea consiliare. Come Meloni vorrebbe il premier. È così che Zaia, De Luca, Bonaccini, Toti, Emiliano diventano quasi inamovibili. Perché in troppi votano chi credono che gli possa dare qualcosa. È dunque giusto il no a una terza candidatura del viceré campano, se anticipa una vera riforma dello Stato. Che sarebbe più efficace, contro il malaffare, di qualunque Commissione Antimafia. Da anni – lo ripeto- rifugio di tromboni sconfitti, mitomani e informatori delle organizzazioni malavitose. Il Fatto Quotidiano scopre oggi che la Presidente ha uno zio condannato. Ma va! Chi se lo sarebbe mai immaginato