Rien ne va plus. I profughi del mare si affollano nelle stazioni, cercano un treno per fuggire dall’Italia. Però così li vediamo, straccioni e contagiosi, con la scabbia di chi non ha potuto fare la doccia. La Francia chiude le frontiere: è affar vostro. L’Austria paga il biglietto del treno verso il Friuli ad altri profughi, di terra. Ammassati a Udine, Milano, Roma, ci fanno paura. Le destre chiedono ai prefetti di toglierli dalla nostra vista. “Via dalle città”, Repubblica, “Sparare se necessario”, Maroni al Giornale. Sì, li vogliamo lontano da casa, dal turismo e dagli affari. Anche il governo, dopo aver fallito l’accoglienza e ignorato che Mafia Capitale faceva soldi con loro, ora “pensa ai rimpatri”, Corriere. Spero non su treni piombati, come per gli ebrei dopo il 38 “Effetto Grexit sui mercati, borse in calo, balza lo spread” avverte il Sole, “Fine partita ad altro rischio”, fa eco Le Monde. Atene ha ricevuto il foglio di via dall’Euro e dall’Europa ma non sappiamo quanto, alla fine, ci costerà. Negli Stati Uniti il partito del Presidente ha bocciato il grande accordo di libero scambio con Giappone e altri 10 del Pacifico perorato dal Presidente. El Pais constata che i partiti storici sono finiti all’angolo: “Gruppi alternativi di sinistra governano Madrid, Barcelona, Valencia, Saragoza”. L’Arabia Saudita ha bombardato il centro di Sana’a, patrimonio dell’Unesco. Stessa barbarie del sedicente Califfo.
Il decisionista indeciso. “Commissario il Giubileo -aveva detto al retroscenista di Repubblica- e Marino è d’accordo”. Proprio d’accordo forse no, qualcuno scrive che il sindaco s’è infuriato, e la retroscenista del Corriere corregge il tiro: “Regia a Gabrielli ma senza la parola commissario”. Mezza retromarcia che Folli, Repubblica, chiama “doppio passo”. Gramellini lancia un grido di dolore, #ridateciMatteo “Giglio magico attenzione, l’esercizio del potere ingrigisce, spolpa e fa perdere di vista l’essenziale”. Chi ha plebiscitato il vostro Renzi alle primarie e dato il 40% dei voti europei al Pd lo ha fatto per avere Matteo. Se avesse voluto un leader imbalsamato si sarebbe tenuto Letta, che era più competente”. Dario De Vico, Corriere, rivela che il super consulente per il jobs act ha lasciato il premier: “un anno con te consuma come 4 con un altro governo”. . Marcello Sorgi, Stampa, consiglia a Renzi “di fermarsi a riflettere se a un anno e mezzo dalla cavalcata che lo ha portato in vetta al partito e al governo, anche per lui non sia venuto il momento di fare un tagliando a se stesso e al renzismo”.
Le riforme come diversivo. Non c’è che fare, per 18 mesi Matteo Renzi ha ipnotizzato gli italiani facendogli credere che si potesse non fare i conti con la guerra in Medio Oriente e in Ucraina, con la crisi del capitalismo e il fallimento dell’austerità, con l’invasione dei disperati, con la corruzione che si salda con le mafie, e ancora con il fatto che in Italia -vedi il Corriere, pagina 42- le tasse le pagano solo dipendenti e ceto medio. Ha convinto milioni di cittadini,e i giornali e gli intellettuali, che bastasse delegare tutto al governo e togliergli l’onere della mediazione con sindacati, Parlamento, corpi intermedi. Eleggere il Principe e poi per 5 anni lui saprà far luccicare il rame come oro, ridurre i rischi, proteggerci dal male. Non funziona, non poteva funzionare. E ora il tentativo di imporre al Senato una legge sulla scuola, sbagliata e impopolare, è come voler curare il malato con il metodo stamina, un espediente per salvare il mito dell’invincibilità del decisionista.
Una sola Pasqua, per Roma, Costantinopoli e Mosca. Il Papa lo sa, quando il mondo corre ma non vede la meta, l’umiltà è meno impotente dell’arroganza. Un ramoscello d’ulivo alle chiese concorrenti avvicina la pace, unisce almeno nella preghiera, crea un argine alla barbarie.