“Se vinco il referendum, al vertice di Roma, sarò più forte di Merkel e Hollande”. Titolo de La Stampa, frase che Matteo Renzi avrebbe confidato ieri a mezzogiorno “a qualche amico, in una saletta attigua all’imponente salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, poco prima di concedersi un pranzo col figlio maggiore Francesco”. Sappiate dunque, italiani che la partita decisiva, quella che dovrebbe liberarci dal problema migranti e permetterci di sforare i limiti di spesa, il premier intende giocarla da oggi al 25 marzo quando si terrà il vertice di Roma. Sappiate che in quei giorni di primavera Hollande sotto elezioni sarà debolissimo, e che la Merkel, già in campagna elettorale, vacillerà sotto i colpi delle destre xenofobe. Se invece Renzi avesse già vinto il referendum…Viva l’Italia!
Cittadino elettore sei avvertito! Vuoi dare ragione alla Germania che attira sempre più capitali ma se li tiene stretti? Alla Francia, che chiude il varco di Ventimiglia e lascia quaggiù da noi i migranti di colore? Tu, elettore di sinistra, che vorresti bruciare il totem del pareggio di bilancio, favorirai votando no il gioco di chi ci dà la corda per impiccarci? Quanto a te che voti a destra, hai già dimenticato i risolini sprezzanti con cui Merkel e Sarkozy condannarono Berlusconi, non hai orgoglio nazionale? E infine anche tu, che non trovi tempo per la politica ma segui il calcio e la nazionale, non lo sai che dal 1970, quando i tuoi padri o i tuoi nonni esultarono in piazza per il 4-3 “nella partita del secolo”, non sai che da allora il derby Italia – Germania è il più importante? Votate Sì, sostenete Matteo Renzi. È lui il vostro campione!
Il dado (della propaganda) è tratto. Ora lo sappiamo: voteremo comunque per Renzi o contro di lui. Sei mesi fa prometteva di far decollare PIL e assunzioni, e di portarci, con le riforme, alla guida dell’Europa. Ora che la ripresa ha deluso, dice a Maria Teresa Meli, “con me il giochino l’Italia pensi a fare le riforme non funziona più”. Quando Tsipras subiva l’attacco di Berlino e Bruxelles in nome del rigore più cieco, scelse Berlino e Bruxelles: “il referendum greco – disse – è un derby tra l’euro e la dracma”. Ancora pochi giorni fa, strusciandosi a Ventotene con Hollande e la Merkel, diceva: “L’europa è la soluzione non il problema”. Ora che non lo hanno voluto alla guida della locomotiva, scopre che è proprio l’Europa – questa Europa, s’intende – il problema e, spregiudicato qual’è, si unisce all’attacco del fascista Orban pur di indebolire l’asse franco tedesco. È un bugiardo seriale. Finita l’aria e parla. Alle domande non risponde. Persino la retroscenista di fiducia ha dovuto chiedergli: “Berlino dice che alla fine anche lei ha approvato l’agenda e richiama lo spirito di Bratislava”. Risposta: “È finita come finisce sempre. Qualcuno pone questioni di merito, serie. E altri rispondono con il maquillage dei documenti…Non so a cosa si riferisca la cancelliera Merkel quando parla di spirito di Bratislava”. Ma Renzi ha firmato o no? Non risponde; dunque ha firmato.
Il lupo fa l’agnello: viva il lupo! Nell’intervista al Corriere Renzi “apre” sulla legge elettorale. «Ritengo l’Italicum un’ottima legge: garantisce governabilità e rappresentanza. Ma non facciamo le barricate. Siamo pronti a cambiarla, qualunque sia la decisione della Consulta. La maggioranza c’è: adesso tocca alle opposizioni parlare. Devono dirci cosa propongono. Vogliono tornare ai collegi uninominali? Vogliono eliminare le preferenze? Vogliono il turno unico e non il ballottaggio? Devono tirare giù le carte loro. Noi ci siamo. Ma le opposizioni hanno qualche proposta o sanno solo dire no?». E tanto basta all’ex sindaco arancione Pisapia: “Non mi iscrivo al No, la democrazia non è in pericolo”. Basta anche a Scalfari, che spiega,”Merkel e Hollande meritano un voto negativo, Renzi uno altamente positivo…ora deve abolire il ballottaggio, accettare la proporzionale e costruire alleanze compatibili con il programma di governo d’un grande partito di centrosinistra…in questo caso le spine cadrebbero e il bocciolo di rosa fiorirebbe”.
Continuerò a girare l’Italia e a sostenere le ragioni del No. Perché penso che tutto serva all’Italia meno che un bugiardo spregiudicato e seriale, un uomo che confonde il suo destino con quello del paese. Ai miei amici e compagni che obiettano: “Allora D’Alema, allora Bersani? Ti sei messo a difendere il feticcio della democrazia parlamentare? E poi, tra Renzi e Trump?” Rispondo: capisco, ma stavolta la fine è nota. Scriveva Victor Hugo nell’agosto del 1852: “C’est un homme de moyenne taille, c’est un personnage puéril, théâtral et vain. Que peut-il ? Tout. Qu’a-t-il fait ? Rien. Avec cette pleine puissance, en huit mois un homme de génie eût changé la face de la France, de l’Europe peut-être. Il a pris la France et n’en sait rien faire. Il fait rage, il touche à tout, il court après les projets; ne pouvant créer, il décrète; il cherche à donner le change sur sa nullité; c’est le mouvement perpétuel; mais, hélas ! Cette roue tourne à vide”. Un altro Napoleon le petit? Grazie, no!