La Cina svaluta,tremano le monete, Repubblica. Svaluta perchè la sua economia non riesce a mantenere la crescita sopra il 7%. Svaluta perchè troppi capitali si spostavano in borsa gonfiando una pericolosa bolla finanziaria. Svaluta e raffredda la ripresa americana, esporta inflazione nei paesi emergenti, ricaccia l’Europa nella palude detta stagnazione.
Atene, c’è l’intesa, sempre Repubblica. Perchè i creditori non vedevano l’ora di poter dire che i loro crediti non sono del tutto andati in fumo e che si può prestare altro denaro alla Grecia. Però “la Germania inietta prudenza”, scrive Financial Times. Tsipras ha concluso l’accordo troppo in fretta. E le formiche tedesche temono il ritorno delle cicale, stavolta non greche ma meritaste.
L’Europa restituisce 12mila migranti all’Italia, Stampa. Pare che Francia, Svizzera, Austra ci rimandino indietro parte di quelli che abbiamo lasciato passare perchè non volevano restare da noi. Nuova strage e si apre il fronte greco, Corriere. In poche settimane 7mila arrivi solo a Kos, isola con 30mila abitanti. Polizia impsostengono aurita e dunque cattiva, il sindaco paventa “una strage”. L’Europa resta assopita.
Tutto va bene nell’isola che non c’è. Peter Pan incrocia la spada di legno con Gufi e tribù dei Musi Lunghi. 100mila visitatori all’expò: colpiti! Più precari a tempo indeterminato: giocate contro l’Italia ma con me perdete sempre! Eppure “La ripresa stenta, prezzi fermi a luglio (-0,1%) e per il PIL solo + 0,2%”, Repubblica Economia. Peter Pan conta che i lettori dell’isola che non c’è non arrivino mai a pagina 24.
La riforma dà troppi poteri al premier. Scalfari replica con affetto alla lettera dell’amico Napolitano. Con parole mie:
Una legge viene detta “maggioritaria” quando gli elettori liberamente concorrono a mandare in Parlamento chi prende più voti nel collegio. Gli altri restino fuori, L’Italicum elegge invece i deputati con la proporzionale, ma concede a un solo partito (e al suo capo) un premio sicuro: al primo turno se raggiunge il 40%, o comunque al secondo, per pochi che siano i votanti e i consensi ottenuti dal vincitore.
Il premier nomina 100 capo lista, promuove, grazie al premio conquistato, 120 deputati del suo partito che altrimenti non sarebbero stati eletti. Controlla le sue truppe e domina sui 630 onorevoli di Montecitorio. A Palazzo Madama solo 100 senatori dopolavoristi (consigliere in Calabria, costituzionalisti a Roma) e nominati in ogni regione da un conclave dei partiti, grandi e piccoli.
Se Mattarella non batte i pugni, come gli rimprovera Grillo, il prossimo Presidente farà pat-pat sulla spalla del premier. Perchè a nominarlo sarà stata quest’ultimo, senza più infingimenti. E sempre il premier gli sussurrerà i nomi dei 5 giudici costituzionali su 15 di sua nomina. Altri 3 saranno indicati dalla maggioranza parlamentare. 8 su 15: è fatta.
Una volta in senato ebbi a dire a Matteo Renzi: Pare che tutti lo chiedano e forse anch’io, se fossimo nell’antica Roma, ti concederei quella magistratura straordinaria cui si ricorreva quando la Repubblica si sentiva in pericolo. Ma alla fine di un breve mandato, il dictatorrestituiva i poteri al Senato e tornava alla sua Villa o al suo campo. Qui stiamo truccando, in modo duraturo, le regole del gioco.
Vecchi stalinisti e nuovi ideologi dell’impresa sostengono che il problema non esiste e cha la nostra democrazia non corre pericoli. Hoc est simplicissimun, avrebbe detto José Arcadio Buendia: costoro non hanno mai avuto cultura del diritto né tantomeno cultura liberale.