Ma cosa ha detto alla fine il Governatore? Immagino lo sconcerto nelle redazioni ieri pomeriggio: Visco apprezza Renzi, critica la BCE, prevede una stretta quest’estate per le banche italiane, che a lungo aveva lodato ma che forse non erano così in ordine. Come si fa a far sintesi, qual è il senso? “Spinta di Visco alla ripresa”, scrive il Corriere. “Sferzata alle banche, tagliate i costi”, secondo la Stampa. “La Ue troppo rigida con le banche” scrive Repubblica. Secondo me Visco ha detto…che non sa che dire! Che non gli piace il rigore europeo verso i nostri istituti di credito i quali però devono mettersi a posto, vendere titoli tossici, concentrarsi per resistere: non c’è che fare. Che il governo, per Visco, come per tutti i potenti, ha fatto bene ad assumere la ricetta neoliberista dei mercati e dalla Merkel (jobs act e riforma della pubblica amministrazione) ma che non basta. Niente frottole, una ripresa come quella che si è vista quest’anno, serve a poco. Perciò serve, serve, cosa serve? Ecco la sintesi della ricetta del Governatore secondo Daniele Manca, del Corriere: nuovi stimoli devono venire “da maggiori investimenti anche pubblici; dalla spinta alla legge per la concorrenza; dalla riduzione del cuneo fiscale; dal «sostegno al reddito dei meno abbienti»; dalle agevolazioni per rendere le dimensioni delle aziende più adeguate a sostenere i momenti difficili”. Anche così – e secondo me non basta senza una forte redistribuzione dei redditi e un vero piano per il lavoro – tanti soldi si potrebbe immaginare di trovarli solo tassando evasione ed elusione e combattendo davvero l’intermediazione politico-criminale. Un’altra linea politica – ogni tanto ne parla Mattarella – ben diversa da quella del governo.
Migranti, accogliere tutti, Repubblica. È monsignor Galantino che parla, il vescovo del Papa, Dice no agli hotspot in mare, “brutta copia dei centri di intrattenimento”, appoggia il parroco di Ventimiglia che ha accolto in chiesa i disperati che bivaccavano davanti alla frontiera chiusa con la Francia”. Galattico aggiunge che “dobbiamo salvare i migranti per dargli un futuro (e dunque) accoglierli in tutti i 28 paesi dell’Unione”. È una linea buonista? No, è solo realista. Il sindaco di Parigi Anne Hidalgo – che non è donna di chiesa ma è stata la prima ad andare al Bataclan la notte della strage mentre là dentro ancora sparavano – ha promesso “un campo profughi dentro la città”di Parigi. Così sfidando Hollande che, come Renzi, balbetta sull’immigrazione. Ha detto la Hidalgo: «Tra 10, 15 anni, voglio potermi guardare allo specchio senza sentirmi colpevole di non avere aiutato delle persone in pericolo». Aggiungo io: fare finta che la morte di bambini, di donne e di uomini di un diverso colore, che questo spreco di risorse umane e di futuro dell’umanità sia sempre colpa di altri, non è purtroppo diverso dall’atteggiamento di quegli automobilisti che hanno visto una ragazza chiedere aiuto, mentre l’ex fidanzato la stava uccidendo, e si sono detti “a me che importa”, hanno spinto sull’acceleratore e sono rientrati in casa. È omissione di soccorso.
Aiutatemi a cacciare i politici, chiede Renzi, “con il sì al referendum – promette – un terzo se andranno a casa”. Avviso ai naviganti: secondo me è vero il contrario. I politici del rottamatore, più di quelli (pure terribili) di prima, non hanno nessun altro mestiere. Penso a Lotti l’uomo che conta le pecore in Senato per far quadrare i conti delle fiducia. Penso a Carbone, quello che tra maggio 2012 e gennaio 2013 aveva speso circa 15 mila euro in aperitivi pranzi e cene” quando era amministratore delegato di una società (tutta politica) collegata al ministro dell’agricoltura. Penso alla Puglisi, suffragetta della buonascuola, che ieri ha attaccato Ballarò perché da due settimane non invitava esponenti del Pd, ma non si era accorta, poverina, che Ballarò era fuori con l’accuso, ne aveva ospitati troppi esponenti del Pd, che doveva rientrare per par condicio. Penso alla Morani, 40 anni, di cui vi offro il cursus honorum: 11 anni fa segretario della sinistra giovanile di Pesaro e Urbino, poi assessore delle Marche, deputata dal 2013, chiamata nella segreteria del Pd ha la delega per la giustizia. Guadateli in televisione – li troverete di certo – e capirete che ve li terrete a lungo. Mucchetti può tornare a fare il giornalista, Tocci il contadino – già lo fa con sommo gusto -, Corsini il professore, Casson l’avvocato, dopo avere svolto con onore le funzioni del pubblico ministero. Non sono che alcuni fra quelli che Renzi aveva accusato “di perdere tempo per non perdere la poltrona” del Senato. Costoro possono smettere, i Faraone e i Nardella no, perché non sanno cosa altro fare se non occuparsi di voi. Politici a vita.