Vi chiedete cosa sia l’Europa? Guardate: i giornali del mondo intero aprono oggi con l’incendio di Notre Dame, di una chiesa cattolica e il mondo non è in prevalenza cattolico, della chiesa dei re di Francia e la Francia è un piccolo Paese.
L’Europa è la nostra storia. Una storia di guerre fratricide. C’è un film nelle sale che racconta, in latino, lo scontro mortale fra Romolo e Remo. Mio figlio mi ricordava Carthago delenda est. Per Roma non una pietra doveva restare della città fenicia. E non restò nulla. Ma una storia ha saputo trovare la pace, separando i suoi simboli dagli odi nazionali e religiosi.
Notre Dame fu preservata da Robespierre. Mentre altri, come Saint Simon, volevano distruggerla, l’incorruttibile ne fece il luogo del culto della ragione. E poi Bonaparte si fece incoronare. A Notre Dame vissero Esmeralda e Quasimodo, creature di Victor Hugo. Una zingara e un gobbo, simboli di diversità. E anche della lotta al potere. Victor Hugo fu esiliato durante la lunga tirannia di Napoleon le petit, come lo chiamava.
L’Europa è tolleranza, storia del logos nella Grecia di Socrate, peripezie del Candide di Voltaire nel mondo illuminato dalla ragione, impero delle città come fu quello di Adriano. Dal sogno di Altiero Spinelli a Ventotene, all’impegno che Kohl e Mitterrand presero, tenendosi per mano davanti ai morti di Verdun, mai più guerre fra noi!
Naturalmente la madre dei cretini è sempre incinta. E con uno dei suoi innumerevoli tweet, Donald Trump si è chiesto: ma perché non spengono l’incendio con gli aerei, come faremmo noi americani! Perché buttare da 800 metri di altezza 5mila litri d’acqua in un sol colpo sarebbe stato come bombardare quel poco che fosse stato risparmiato dalle fiamme.
Della rissa di governo – sui porti aperti o chiusi, sulla Libia, sul 25 aprile, sulla flat tax – non vi dirò. Oggi vi devo un’altra notizia. Ho scelto di candidarmi per le europee. Sarò capolista in Sardegna e in Sicilia della lista “La Sinistra”.
Ho scelto intanto proprio per quel nome, “sinistra” che altri evitano o imprigionano, premettendo il termine “centro” in modo che si legga e si dica sempre centro-sinistra. In verità io penso che questa rimozione di tante lotte, e altrettante speranze, abbia avuto un peso non indifferente nell’aprire la strada alla cultura delle peggiori destre.
In secondo luogo La Sinistra dialoga con Tsipras e Syriza e Luciana Castellina si candida in Grecia, con Izquierda Unida e Podemos in Spagna, con i comunisti che in Portogallo partecipano al governo del Paese, con la Linke in Germania e con la sinistra laburista di Corbyn. Cioè con tutte quelle forze che vogliono un’Europa diversa, che difenda operai e precari: salario minimo europeo e un fondo comune contro le disuguaglianze. Insomma un new deal che riparta dalla sanità pubblica e investa nella ricerca e università.
Infine perché sono davvero per l’unità più larga possibile. Ma l’unità non si costruisce con alleanze di convenienza o scegliendo candidate e candidati che non disturbino le diverse sensibilità. Occorre cercare almeno un minimo d’intesa sulle idee, per essere credibili e poter ripartire con una comune ricerca. E questo minimo, per l’Italia, passa dal riconoscere che le politiche portate avanti dal Pd nella scorsa legislatura – sgravi e bonus fiscali, jobs act, riforma della scuola, tentativo di forzare regole costituzionali – non sono state – diciamo – all’altezza del momento storico e hanno portato al disastro elettorale del 4 di marzo.
Con questo, prendo congedo da chi ha avuto la pazienza e il coraggio di seguire tutti i giorni , o quasi, il mio Caffè. Nei prossimi 40 giorni continuerò a scrivere, interverrò con audio e video. Ma per i toni, e probabilmente anche per la scelta dei temi, questi contributi saranno diversi dal Caffè che conoscete. A tutti, comunque, un grazie. E, se volete, provate ad aprire il link dell’intervento con cui Peppino Mazzotta, interprete dell’ispettore Fazio nei film sul Commissario Montalbano, ha annunciato il suo sostegno a La Sinistra. Un po’ d’aria pulita.