Che sapete di lui? Di Cassius Clay, Muhammad Ali, morto a 74 anni? Ballava sul ring, velocissimo a schivare i colpi, sfidava l’avversario con le smorfie e i movimenti del corpo, non sembrava cattivo, pareva che giocasse. Rifiutò di andare in Viet Nam, reato gravissimo negli Stati Uniti alla fine degli anni 60. Gli levarono la licenza di combattere ed era campione del mondo. “I Viet Cong – ebbe a dire – non mi hanno mai chiamato negro”. Negro, come Malcom X, e come Malcom, abbracciò l’Islam, la sola religione – si diceva allora nei ghetti neri – che può abbattere ogni barriera razziale. Quando tornò a combattere, dopo la squalifica, Muhammad Ali era meno mobile sulle gambe, continuò a vincere ma incassando colpi durissimi che potrebbero avergli regalato il morbo di Parkinson, suo compagno di vita nell’ultimo quarto di secolo. Immagino Bernie Sanders, in una pausa della campagna che lo vede ora prevalere, almeno nei sondaggi, in California, che parla ai suoi ventenni di quel folletto indomito degli anni 60. Si sbagliava anche allora, tanto; ma si sognava altrettanto.
La piena della Senna ha raggiunto livelli che non ci si aspettava e ai quali le autorità non erano evidentemente preparate. Il picco, 6 metri e dieci, dovrebbe essere stato raggiungo nella notte. Ieri sera sono state chiuse molte stazioni della metropolitana e i musei lungo il fiume, per trasportare ai piani alti i tesori minacciati dalle acque. Di un grande bacino a valle della città, per inondare le campagne e proteggere Parigi, si parla invano da oltre vent’anni. Ora bisogna sperare che il peggio sia passato. Intanto, a Cardiff, Jeremy Corbyn spiega ai britannici che gli conviene restare in Europa se non vogliono la fine di ogni politica ambientale, la riduzione di welfare e diritti. L’Europa ci protegge poco e male, fuori è peggio.
Quei morti in mare e sulle spiagge. Corriere e Stampa raccontano il disastro al largo di Creta. “Centinaia di migranti dispersi”, ma le foto, su Repubblica come sul Pais narrano un’altra tragedia: mostrano corpi sulle spiagge libiche, donne e uomini senza vita, così simili al piccolo Aylan. Ne hanno contati 117. Mattarella ieri ha fatto il suo: sempre con quella voce con cui sembra che parli a se stesso, alla sua memoria piuttosto che al popolo italiano, ha detto a Lampedusa che Favour, la bambina di pochi mesi salvata dal mare senza mamma, è ormai “necessariamente italiana”. Si parla di un piano europeo per l’immigrazione al quale avrebbe lavorato Renzi, di aiuti all’Africa, buone intenzioni. Se non sarà un inganno come i soldi alla Turchia di Erdogan, il quale – lo racconta oggi il Corriere con foto e notizia in prima pagina – bombarda da mesi la città curdo-turca di Cizre, ammazzando centinaia di persone.
Non si vota sul governo, ha detto Renzi. E di grazia, su cosa si vota domani se non pro o contro Renzi, Grillo, Berlusconi e Slavini? Programmi stantii, candidati modesti, soldi pochi, la rinascita dei comuni è già finita. A Napoli i giornaloni attaccano il sindaco zapatista, De Magistris, che ha osato sfidare il premier. A Torino e Bologna, Fassino e Merola evitano ogni confronto e intonano un sommesso “finché la barca va”. A Roma Salvini spera che Meloni conquisti il ballottaggio, Berlusconi incrocia le dita e fa invece il tifo per il Pd Giachetti. Sala è stato candidato a Milano per salvare l’onore del premier. Airaudo, Fassina, Martelloni corrono per dimostrare che c’è vita a sinistra del partito della nazione. Di Battista e Di Maio vogliono un primo posto per la Raggi e un secondo, onorevole, per la torinese Appendino. Ancora Salvini vuol portare una sua donna al ballottaggio nella Bologna che era rossa. E Berlusconi sogna che Parisi diventi sindaco, per poter dire che è ancora lui l’anti Renzi.