L’apprendista stregone non ha voglia di fare le pulizie, di estirpare la gramigna della corruzione, di governare la casa in modo saggio e condiviso, di ristrutturarla – usando ingegno e nuovi materiali – dopo i danni provocati dalla Lunga Recessione e dal rischio di una Stagnazione secolare. Allora ricorda un incantesimo del maestro e ordina alla scopa magica di annegare l’antipolitica, di spazzar via tutto quel che gli ricorda i suoi limiti, la sua ignavia, le sue colpe. La scopa si mette al lavoro ma l’acqua con cui inonda la casa ne corrode le strutture, scoraggia la partecipazione democratica, accelera il disastro. Ora l’apprendista vorrebbe fermare la scopa, ma non ricorda la parola magica, allora la spezza, si mette a gridare pure lui che la casa è sporca, dice che bisogna sigillarla se no entrano i topi, accusa il maestro di perder tempo fuori casa, corteggia l’antipolitica. Troppo tardi! In Austria, l’apprendista stregone, destra e sinistra di governo, popolari e socialdemocratici hanno preso l’11% dei voti a testa. L’FPO di Norbert Hofer, che vuole sigillare le frontiere, sciogliere l’Europa e combattere l’Islam, va al ballottaggio (per l’elezione del presidente) in testa con il 36,4%. I verdi inseguono da lontano con il loro 20,4%. Mi scuso con Wolfgang Goethe per aver strattonato e preso in prestito la sua ballata, ma l’apologo mi è parso illuminante.
L’Austria un campanello d’allarme. Lo dice Renzi, intervistato da Repubblica. Poi torna a fare l’apprendista stregone. Parla infatti di antifascismo – oggi è il 25 aprile – e dei valori scritti nella nostra Costituzione, che nega di volere stravolgere, pur avendone riscritto e pasticciato ben 47 articoli. “Qui non abbiamo cambiato nemmeno la forma del governo”, dice dando prova di somma ipocrisia. Perché è vero che la forma del governo resta, sulla carta, parlamentare, ma il Parlamento si riduce, per effetto dell’Italicum e della riforma del Senato, ad essere semplice esecutore dei voleri del premier eletto, direttamente dal popolo, in un voto uno contro uno nel ballottaggio. Come l’apprendista stregone, Renzi riunisce in un unico fascio tutti i nemici: “la destra e i 5Stelle sono alternativi”. Fingendo di non vedere che destra e 5Stelle insieme batterebbero tutti i suoi candidati sindaci e lui stesso con l’Italicum. Quanto alla pulizia della casa, si fa giustiziere a basso costo: “I politici che rubano fanno schifo. E vanno trovati, giudicati e condannati. Voglio nomi e cognomi dei colpevoli. E voglio vedere le sentenze”. Lo vuole davvero? Sospenda i termini di prescrizione dopo una condanna di primo grado, proponga pene più severe per la corruzione e i reati dei colletti bianchi. L’apprendista stregone continua poi a giocare con lo zero virgola della ripresa: “anche l’anno scorso il Fondo Monetario prevedeva per l’Italia un +0,5 invece abbiamo fatto lo 0,8”. Corbezzoli! E continua a promettere “meno tasse”, omettendo di dire che avremo in cambio meno sanità, meno welfare, regioni con le casse vuote, comuni alla canna del gas.
I processi rapidi fanno paura, dice al Fatto il procuratore antimafia Roberti. “Le sentenze certo che si fanno, ma troppo spesso sono di prescrizione. I rimedi sono semplici: però in Parlamento prima si dicono tutti d’accordo, poi ogni nuova norma resta ferma”. Renzi dice che nell’inchiesta di Potenza c’è troppo gossip? “Tutto è stato fatto nel rispetto della legge. E le intercettazioni vanno bene così”. Ma l’affondo di Roberti arriva quando spiega che la magistratura si sa auto emendare mentre, la politica continua a nascondersi dietro la presunzione di innocenza: “noi non aspettiamo che un magistrato colluso venga condannato in Cassazione per rimuoverlo. C’è un giudizio etico deontologico che in politica non esiste: si delega tutto alle sentenze definitive, come se certi fatti non fossero abbastanza gravi e chiari per fare pulizia subito. L’autonomia del politico dal giudiziario passa proprio di qui”.
Vent’anni dopo l’avvento dell’Ulivo – scrive Ilvo Diamanti per Repubblica – il Centrosinistra sembra approdato a un Partito del Leader, a-ideologico e a-territoriale. Maggioritario, referendario e, tendenzialmente, presidenziale. Resta da vedere quanto e se il PdR si possa affermare, senza il contributo del Pd, com’è avvenuto alle Europee. Non ci vorrà molto a verificarlo. Basterà attendere qualche mese. Le prossime amministrative e il referendum d’autunno ci diranno se davvero l’Ulivo sia divenuto un albero senza radici. Un volto senza storia”. Sembra quasi che Diamanti consideri Renzi una parentesi,una meteora.
Buon 25 aprile, per me è la festa dell’Italia ritrovata, di chi ha donato la vita per liberare Milano, Torino, Genova almeno un giorno prima che arrivassero gli alleati. Festa in armi, ma con i fucili puntati in basso per rispettare le persone. Festa giovane, perché tutte le attenzioni si rivolsero allora al futuro. Il rancore contro i fascisti venne dopo, quando i partigiani li videro di nuovo sul palco, gerarchi pure nel nuovo ordine. Festa dei diritti, perché visse nella scrittura della Carta fondamentale. Una Carta che univa, mentre il mondo tornava a dividersi.