Chi è causa del suo mal. La notizia oggi è un sola: c’è pure Enzo De Luca nella lista dei candidati imbarazzanti diffusa dall’antimafia. La Stampa: “Veleni sulle urne”. Il Fatto: “De luca è impresentabile e Renzi lincia Rosy Bindi”. Repubblica: “Guerra nel PD”. Il Giornale: “PD cornuti e mazziati”. Corriere: “Caso De Luca, PD contro l’antimafia”. Grida manzoniane. Sia chiaro, i codici etici o di auto regolamentazione, tutto lo scavare che si fa nel lavoro delle procure alla caccia di un avviso di garanzia o di un rinvio a giudizio contro questo e quell’altro, l’antimafia della carta da bollo che spesso nasconde gli interessi veri, tutto ciò segnala una diffusa impotenza e una ancora più diffusa malafede nell’affrontare il rapporto tra mafia e politica, nella pratica di chi si scandalizza per i corrotti altrui ma poi si indigna se gli altri denunciano le sue magagne. Tuttavia se la Severino è ancora una legge dello stato. Il presidente del Consiglio deve rispettarla e non può perorare l’elezione di un governatore che, in forza della legge, dovrà sospendere dalla funzione. Se il segretario di un partito ha sottoscritto un codice antimafia, che lo impegna a non candidare un inquisito per corruzione, non può poi infuriarsi se la presidente dell’antimafia gli ricorda di aver fatto il contrario di quel che aveva promesso.Cercano la rivincita. “Un pezzo del partito cerca la rivincita, lavora per far perdere il Pd pur di farmi male”. Confessioni generosamente elargite da Renzi alla retroscenista del Corriere, la quale prevede che Maria Elena Boschi sarà presto spostata alla guida del partito. “Neanche Totò Riina trattato come me” -dice De Luca a Repubblica- e minaccia querele -a chi, perché?- ma poi si consola “così mi regalano 100mila voti”. Per Serracchiani la Bindi “ha strumentalizzato l’antimafia”. Per Violante “la politica ha perso la sua autonomia” -ndr. Renzi non avrebbe dovuto candidare il sindaco di Salerno- ma la Bindi ha sbagliato “a diffondere la lista l’ultimo giorno”. Siamo dentro “una puntata di House of cards”, scrive Massimo Gramellini- comunque vada, lunedì il Pd tornerà a tingersi di rosso. Il colore del sangue”.Il resto è noia. Merkel vuol cambiare i trattati per evitare che la Gran Bretagna esca dall’unione; El Pais. Gli Stati Uniti temono che un incidente porti la Grecia fuori dall’Euro, con conseguenze imprevedibili; Financial Times. PIL + 0,2 nel secondo trimestre, prezzi + 0,2 a maggio, “Italia fuori da recessione e deflazione”, Repubblica a pagina 17. I giornali di destra ci informano che Adriano Celentano si sarebbe rotto le scatole di Renzi e pure di Grillo e che, quando un’auto guidata da un Rom falcia dei pedoni a Roma, quasi quasi pensa a Salvini. In verità vi dico che Matteo Renzi, vinca o no le elezioni di domenica, ha perso la sua forza propulsiva. Che Grillo fa bene a tenersi in disparte se non vuole che il suo movimento oltre che inconcludente appaia irrilevante. Che Salvini è solo l’incubo costruito dalla nostra falsa coscienza. Che io stesso non so più se abbia senso riferirsi alla nobile tradizione della sinistra, tanto la sinistra dell’essere (fighetti) più che del proporre ne ha macchiato l’antico blasone. Che serve più coraggio per capire la crisi in Europa, più onestà nel comunicare, più visione per proporre soluzioni utili. Un nuovo iniziodalla parte di chi più sta pagando, dei poveri e dei giovani senza impiego, dei precari -Repubblica scopre che si abusa sempre di più del voucher- e degli insegnanti mal pagati e umiliati. Oltre Renzi e senza Renzi. Perché il rottamatore è solo il metadone e non la cura, che liberi l’Italia bella e addormentata dall’incantesimo che da decenni la imprigiona.