Una buona notizia. “Vaccini gratis a bimbi e anziani”, la Stampa. Vaccinarsi contro influenza, meningite, papilloma virus (anche per i maschietti) è prevenzione, dunque non si pagano i ticket. Una meno buona: “Italia bocciata, persa l’ultima A”, Corriere. Occupazione, consumi, fiducia crescono anche in Italia, ma meno che in Europa e negli Stati Uniti. Ora che la lunga depressione sembra superata, i tassi riprenderanno a crescere. Rendendo più evidenti le sofferenze delle nostre banche e l’aumento del debito. Enrico Morando dice che è colpa della “instabilità politica”. Provocata da chi ha votato No o da chi vuole la rivincita?
Il tentativo azzardato di votare presto a ogni costo. Sotto questo titolo Massimo Franco avverte Renzi: “un nuovo strappo del Pd contro il suo governo sarà difficile da spiegare”. Pagnoncelli sfoglia i sondaggi: “M5S sorpassa di nuovo il Pd. Risale Gentiloni, cala la spinta al voto subito”. Ieri sera si era diffusa la voce del “ritorno di Renzi” con intervista a Mauro e Repubblica. Non ne vedo traccia. In compenso girano indiscrezioni sui nomi di una nuova segreteria Pd (mentre il manifesto titola “il piatto piange”, con riferimento al crollo delle tessere) e su un possibile accordo tra Matteo e Silvio, per votare a giugno ma con una legge proporzionale (Berlusconi la vorrebbe, però, senza premio di maggioranza).
Sinistra divisa, ma che discute. In Francia si è svolto il primo confronto televisivo tra i 4 pretendenti al ruolo di candidato del partito socialista per le presidenziali. Scrive per Le Monde Françoise Fressoz: “Non ci sono 2 sinistre ma 4 e difficilmente conciliabili… Arnaud Montebourg e Benoît Hamon non sopportano più la costruzione europea così come l’ha avviata François Mitterrand e considerano il parametro del 3% ‘regola assurda, arcaica, obsoleta’. Ma mentre Montebourg punta ancora tutto su crescita e lavoro, Hamon vuol ripensare il modello sociale partendo dalla istituzione di un salario sociale (o di cittadinanza) di 750 euro al mese. Nell’altro campo, quello governativista, le differenze non sono meno forti: Vincent Peillon vuol cambiare la loi El Khomri (il jobs act francese) che Manuel Valls invece difende. Valls difende il modello elettorale (maggioritario) della Quinta Repubblica, mentre Peillon propone il ritorno alla proporzionale pura”. Divisi, certo (e bisogna aggiungere che al primo turno saranno presenti altri due candidati di sinistra, Melenchon, che nel 2012 ottenne l’11% dei voti, e un alto, campione del PCF), ma almeno discutono.
Solidarietà di classe. “Le banche investono nella transizione Trump”, titola il Financial Times. Ora che – scrive Krugman, tradotto anche da Repubblica – “i salari stanno finalmente aumentando e più lavoratori lasciano il loro impiego fiduciosi di trovarne uno migliore”, banche e finanza si aspettano un oceano di denaro grazie al taglio delle tasse ai ricchi, alla de-regulation e alla “nuova” disponibilità scelta repubblicana (in contraddizione con quanto un tempo predicavano) di far crescere il debito. Tutti con Donald, dunque. Pure l’apparato di Washington, che pure continua a considerare Putin un pericolo e spera che Trump capisca.
Chi di software ferisce. Il titolo FCA ha ripreso qualche punto (dopo la botta dell’altro ieri) alla borsa di Milano e ha perso, senza crollare, a Wall Street. Marchionne & Co dicono di non aver voluto truffare come Volkswagen perché il software inserito nei loro motori funzionava sempre e non solo in occasione dei controlli. Purtroppo anche il software FCA (che nascondeva o no le emissioni?) non era stato dichiarato alle autorità americane che ora hanno avviato un’azione legale. Implacabile Altan disegna per Repubblica un omino che si lamenta: “Che puzza! L’altro omino si è bendato gli occhi e gli risponde: “Io ho il software per non sentirla”! Intanto pure in Francia è partita una indagine ai danni di Renault. Accusata (anche dallo stato francese che pure ne è azionista), di aver usato il medesimo trucco.
Salvate il soldato Manning. New York Times spezza una lancia per Chelsea Mannning, che ha cambiato sesso ma si trova ristretta in un carcere maschile. È una persona fragile che nel 2016 ha provato due volte a togliersi la vita. Così Julian Assange si appella a Obama e gli offre uno scambio: mi consegno alla giustizia americana – dice – se concedi la grazia a Chelsea. Ricordo che Wikileaks ha recentemente pubblicato le mail che l’allora segretario di stato Clinton aveva dirottate su un server privato. Beccandosi l’accusa di intelligenza con Putin.
Un colpo di stato non proprio da ridere. A leggere i giornali in edicola sembra che il governo sostenuto dall’Italia non abbia affatto ripreso il controllo di Tripoli e neppure di tutti gli edifici che ospitano i ministeri. Le milizie “ribelli” – secondo la Stampa – sarebbero legati ai “trafficanti di essere umani” (che ci spediscono i migranti). Ribelli non così isolati. L’altro governo, quello che siede a Tobruk, ha appena definito “occupazione militare” la decisione italiana di riaprire l’ambasciata a Tripoli. Mentre le navi russe lasciano incrociano davanti alla Cirenaica e appoggiano il generale Haftar, l’uomo forte di Tobruk.