Il lupo indossa la pelle dell’agnello, il cingolato mette pneumatici alle ruote, il governo non guarda ai luoghi dello scontro ma raccoglie in un campo di carote. Repubblica: “Arriva il part time, con i contributi pagati, per i dipendenti vicini alla pensione”. “Napolitano: pretestuoso il voto di domenica. Dalla riforma del senato nessun rischio, Va attuata”. “Arriva il bonus per i diciottenni. Voucher di 500 euro per concerti, musei, libri. Renzi: saranno permanenti”. C’è solo quel “pretestuoso” per il referendum sulle trivelle che potrebbe stonare, ma che volete, lo ha detto Napolitano non Renzi. Ancora “Le unioni civili saranno legge entro aprile”, parola di Renzi che “ricuce con Prodi”, Stampa. Intanto “Le Borse” – Sole24Ore – hanno votato la “fiducia sulle banche”. Fiori, miele, bonus: si chiama riduzione del danno. Tentativo di far fallire il voto di domenica, senza pronunciare “l’andate al mare” di Craxi, speranza di contenere o minimizzare la sconfitta alle amministrative e di convincere gli elettori che la riforma del Senato ci libera di Razzi e Scilipoti e non peggiora la Costituzione.
Naturalmente le notizie non scompaiono.”La voce dei vescovi per il sì” (al referendum contro le trivelle); Repubblica, pagina 2. Ma è perché “l’enciclica di Francesco fa prevalere l’ambiente sull’economia”: il governo deve pur pensare all’economia. Financial Times nota che “L’Italia critica l’Austria per il muro al Brennero”, ma la Stampa spiega bene che è stato Mattarella ad alzare la voce; il governo lavora in silenzio. Per il caso Regeni, “Al Sisi assolve i servizi e accusa i media”, Corriere. “Quella porta sbattuta in faccia all’Italia”, scrive Fiorenza Sarzanini. Ma Repubblica minimizza, è “La strategia del regime: asse con Francia e Arabia contro il pressing dell’Italia”. “Record di arrivi dalla Libia” – scrive in prima pagina il Corriere – “aumentati del 55% dall’inizio dell’anno”, ma Gentiloni è andato in Libia e quel paese potrà diventare, come la Turchia per la Germania, un campo profughi lontano dai nostri occhi. E poi, che vuole il Corriere? Per Vittorio Feltri è un giornale praticamente fallito: “O Cairo o morte, RCS non ha scelta”. A proposito, sentite come è duro con il governo il Giornale della famiglia Berlusconi: “Tutte le novità. La rivoluzione delle pensioni. Il salvabanche funziona e le borse brindano”. Altri, gli obiettivi polemici. Contro la chiesa di Bergoglio, Vittorio Messori scrive “Quando il prete diventa sociologo si dimentica di Dio”!
Consigli di lettura. Ugo De Siervo, che un tempo Renzi chiamava “maestro”, dice al Fatto che “Il dibattito (sulle riforme costituzionali) è stato falsato. Non si è discusso davvero dei contenuti. Modifiche (della Costituzione) dannose. L’Italia non ha bisogno di minacce”. Nascosto tra i commenti della Stampa, Paolo Fettuccia scopre che “In televisione non si parla di trivelle”. Sempre tra i commenti, ma di Repubblica, Rodotà scrive delle intercettazioni e Luigi Ciotti delle modifiche costituzionali: “Io dico No”. L’anima (dei giornali) è salva.