Povera Giorgia, povero Matteo! “E povero anche il cavallo.” Ma noi, no “Che sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam”. E allora non resta che ridere. “Rimpatriota” Meloni, titola il manifesto. Dopo i 2 minorenni e i 2 fragili, tornano in Italia gli altri 12, spediti in Albania con tanto di nave e scorta di polizia e carabinieri. Perché la legge europea ritiene Bangladesh ed Egitto paesi “non sicuri”, e dunque quantomeno frettoloso il decreto di espulsione. Meloni si infuria. In Libano, dimentica i carri di Israele che minacciano i caschi blu italiani e tuona: “Sempre più difficile lavorare con l’opposizione di parte delle istituzioni. Non credo sia competenza della magistratura decidere quali paesi siano sicuri”. Ma è stata l’Europa, le cui leggi secondo trattati che abbiamoi sottoscritto hanno priorità su quelle nazionali, a definire Egitto e Bangladesh “non sicuri”. Ma “così è difficile difendere i confini”!

I confini che Salvini pretende di aver difeso già quando era vice di Conte e ministro dell’interno agli sgoccioli. E teneva in mare Open Arms con 124 migranti. Spavaldo, afferma che la condanna del tribunale comunista di Palermo “sarebbe una medaglia”. E si porta dietro 4 ministri in una piazza vuota: Calderoli, Giorgetti, Locatelli e Valditara. Ma dentro l’aula, cambia la musica. La sua avvocata, Bongiorno, non sfida infatti né i giudici né la procura, che ha chiesto 6 anni di carcere per sequestro di persona. Sostiene che non ci fu sequestro, perché in realtà la Open Arms non voleva sbarcare. “Bighellonava in mare”. “Volevano abbattere il ministro e l’hanno ottenuto” . Tanto che festeggiarono a bordo.

Povera Giorgia, povero Matteo, e povera anche la Rai. Che ha affidato una prima serata all’ex iena, Monteleone, pagandolo più del Presidente della Repubblica. Per strappare, niente meno, che lo 0,98% dell’ascolto. Un successo mai visto. Ha dunque ragione Iannacci, che “sempre allegri bisogna stare”. Perché questi sono solo “44 gatti, in fila per 6 col resto di 2”. 44 scappati dalle cantine di Colle Oppio. “Si unirono compatti”. Peccato che non conoscessero leggi né trattati. Sognavano complotti e alla premier gli scappavano gli otoliti. Attaccanavano i giudici, ma facendo i bulli a favore di camera e facendosela sotto in tribunale. Sceglievano clienti da nominare in una sala d’aspetto piccola e buia come l’alcova di Sangiuliano. O peggio, come quell’altro antro, in genere protetto da un tombino.

Non affogano perché gli italiani temono le guerre in corso, e le alluvioni ogni autunno, i salari troppo bassi ma potrebbe andare peggio. E l’opposizione che attacca l’opposizione. O ci ripensa troppo tardi (ieri, stretta di mano Conte Schlein), quando ormai i buoi sono scappati E gli eredi di Agnelli han messo i soldi nostri al sicuro, e Tavares ne chiede ancora. Per mettere ancora gli operai Stellantis in cassa integrazione, soffocare l’indotto in Italia e forse vendere a Renault, che è più avanti su auto elettriche e car sharing. Coraggio, ancora 18 giorni. Poi Conte, Meloni, Salvini, Schlein sapranno chi è il nuovo zio (o zia) d’America. E di conseguenza che margini avranno su guerre, salari, ambiente, migranti, diritti. L’eccezione italiana è un ricordo. Siamo variabile dipendente.

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