Libia, l’Italia offre 900 soldati. Titola così, stamane, il Corriere della Sera. Direi che ci siamo. Aveva cominciato la Pinotti sostenendo (con i giornalisti) che avremmo dovuto mandare 5mila soldati proprio là, nella nostra ex colonia, Poi era arrivato il contrordine di Matteo Renzi: “quando mai, non ci pensiamo nemmeno”. Intanto nessuno ascoltava le flebili richieste del Parlamento di poter discutere la cosa, come prevede la Costituzione. Infine il nostro premier si è seduto allo stesso tavolo con i potenti dell’occidente, il francese Hollande, la tedesca Merkel, l’americano Obama, l’inglese Cameron. E ha subito messo le sue pedine sul piatto: 900 italici soldati che andrebbero a difendere i pozzi (anche dell’Eni) nel deserto e, a Tripoli, le sedi delle Nazioni Unite. Chi potrà dir no? È in ballo il prestigio dell’Italia. Si gioca – anche in Libia – la partita tra il mondo delle libertà e i kamikaze del Bataclan. E poi, guerra? No solo azioni di difesa armata. Infine pare che Obama abbia promesso a Renzi di rafforzare il fronte sud della Nato per affrontare insieme l’emergenza migranti. Bingo!
Cominciamo dalla coda. Cosa ci faranno le navi Nato coi migranti? Li ammazzeranno, li accompagneranno in Canada, oppure li cacceranno indietro, magari in Libia, in campi di detenzione gestiti (anche) da soldati italiani? Ditecelo, per carità. Secondo. È possibile che una missione di difesa armata in Libia sia più rischiosa di un blitz (offensivo) contro le postazioni del nemico? A occhio direi di sì: se attacchi, questi uomini vestiti di nero in genere si squagliano. Se resti fermo, aspetteranno il momento giusto per farti male. Terzo. Forse pensiamo di saper distinguere le truppe del Daesh dalle altre milizie islamiste che dialogano a giorni alterni con il governo di Serray, ma come la mettiamo con l’esercito di Tobruk, agli ordini del generale Haftar? È stato appena rifornito di mezzi bellici, vuole muovere guerra contro Daesh ma anche i fratelli musulmani, è protetto dall’Egitto di al Sisi e nemico del governo di Tripoli che ci chiede di andare in Libia. Infine, quando Renzi afferma di non aver cambiato la Costituzione e che la nostra Repubblica resterà parlamentare, beh, la prova che così non sia, l’abbiamo sotto gli occhi. Però rischiamo di accorgercene tardi, quando alcune centinaia di figli di italiche madri saranno sotto tiro nel deserto, e in Italia saremo chiamati a non votare contro Renzi, nel referendum costituzionale. Per amor di patria.
Odio i pesci nel barile e dico la mia. Penso che quella contro Daesh sia una guerra inevitabile. Che la dovrebbero combattere curdi, siriani, iracheni, libici, ma che se fosse indispensabile un nostro appoggio logistico e militare, non dovremmo negarlo; ma dovremmo pretendere di sapere chi siano i nostri alleati, chi, precisamente, i nemici. E non accettare ammiccanti promesse di petrolio in cambio. È anacronistico, in un tempo in cui l’ape regina di ogni terrorismo (sunnita) in nome di Allah, ovvero la monarchia saudita, fa sapere che persino loro possono fare a meno del petrolio e puntare tutto sui fondi d’investimenti e sugli affari della grande finanza, quelli che tengono il mondo sotto giogo. Infine mi ricorderei della Carta fondamentale, secondo cui solo un Parlamento che rappresenti l’intera nazione, può decidere di una cosa tanto grave, di portare in guerra un paese che “rifiuta la guerra”. Ogni singolo deputato risponda al suo collegio, o alla quota proporzionale di italiani che l’ha eletto, del suo voto e di quella scelta terribile. Qui invece decide uno solo, che pensa per noi e ci protegge. Tutta un’altra Costituzione.
Caro lettore, mi consenta. Considero quei “compagni” che hanno contestato, ancora una volta in occasione del 25 aprile, la brigata ebraica, più imbecilli e razzisti della destra che ha vinto il primo turno delle elezioni in Austria. Senza la diaspora, senza la cultura ebraica probabilmente saremmo intellettuali raffinati del calibro dei Le Pen e dei Salvini. Gli ebrei finirono nei lager nazisti per essere sterminati, accanto a comunisti e rom. Alcuni ebrei insieme ad alcuni cattolici e alcuni comunisti, combatterono con coraggio, per un’Italia migliore. Qualunque crimine commetta il governo di Israele lo compie prima contro il popolo ebraico. Qualunque uomo pretenda di odiare un popolo (o una razza) smette di essere tale.