Grecia,spinta finale, L’Europa respira, i mecati ci credono, accordo a un passo. Così i giornali italiani ed europei. Però serve un’altra riunione, giovedì con l’Eurogruppo. Però qualcuno spera che gli ultimi sacrifici concessi -più contributi sulle pensioni, tasse per chi ha ancora qualcosa- mettano Tsipras in difficoltà ad Atene. Però si cercherà di far passare per nero quello che è bianco, sperando che nessun altro paese scopra, dopo la Grecia, che i debiti si possono -anzi talvolta si devono- non pagare. Perchè non si può togliere ai popoli il pane e la speranza in nome dell’ordine capitalista e della sua irrazionale razionalità. Angela Merkel -raccontano le cronache- ha dovuto mettere in riga spagnoli e slavi che volevano il sangue di Atene. Lo ha fatto tardi -in zona Cesarini, si sarebbe detto- perchè è una politica dorotea, che smussa, rimanda, media ed esercita il potere, non una statista con una visione dell’Europa. Ma l’ha fatto. E Sergio Romano, sul Corriere, scrive di un piano dei presidenti (del Consiglio,della Commissione, dell’Eurogruppo, del Parlamento e della BCE) per costruire qualcosa che somigli a uno stato europeo. Mentre Habermas, tradotto da Repubblica, ci esorta: “Diamo una patria alla nostra moneta”. Chissà!
Aspettando il maxi emendamento. Ieri è stato un giorno strano. Le voci si rincorrevano, insistenti: più assunzioni, meno poteri ai presidi, concessioni del governo, cambiamenti del testo, accordo fatto. Basta leggere l’intervista della relatrice Puglisi a Giovanna Casadio per ridimensionare tutto. Sempre 100mila le stabilizzazioni, vincitori di concorso e GAE. E resta la minaccia: “se non facciamo presto saltano le assunzioni, è un dato di fatto”. Resta sempre al preside il potere della chiamata diretta e di non rinnovare, eventualmente, il contratto dell’insegnante, ma -ci assicura Puglisi- anche il preside “verrà valutato dal provveditorato ogni tre anni attraverso visite ispettive”. Infine l’ammissione: “Come il Jobs Act anche questa riforma sarà compresa una volta entrata in vigore”. Tutto qui : un jobs act per la scuola!
Catasto è caos, scrive Repubblica. Si rischia “un salasso fiscale. A Napoli il valore di una casa popolare sale di 6 volte, a Roma di 4. Salta la riforma”. Sembra proprio che il governo che ogni giorno chiede più deleghe e più poteri per governare…non sappia governare. Non è dunque questa la vera emergenza, garantirci che il governo governi? A cosa serve spianare o asfaltare insegnanti, senatori, sindacalisti e Costituzione, se poi sull’economia, sull’immigrazione e la questione morale il governo annuncia, si blocca, riparte, tentenna? Da tempo il mio amico Nicola Forte mi diceva che la riforma del catasto sarebbe stata “una nuova patrimoniale” dal costo assai salato. I suoi consiglieri lo avevano invece nascosto al premier? Cambi consiglieri! Suvvia un decisionista come lui: si informi, poi decida e governi!
Roma come Palermo anni 80.Nessuno vuol vedere la mafia” È il titolo di una bella intervista del Fatto al procuratore aggiunto Prestipino, l’artefice con Pignatone, dell’inchiesta Mafia Capitale. E mentre Orfini deve girare sotto scorta per le minacce ricevute, il Corriere titola “Pressing di Renzi su Marino”, Perchè si dimetta. “Marino non è in grado di proseguire”, confida il premier alla sua Maria Teresa Meli. Poi insinua che il sindaco si sia portato “le truppe cammellate alla festa dell’Unità”. Marino resiste e sembra dire: “non vi sarà facile liberarvi di me”. “Questo -spiega Massimo Franco- accentua le difficoltà di Renzi in una fase di affanno, con la scuola e centomila assunzioni appese all’ennesima sfida in Parlamento. E sullo sfondo galleggia il caso di Vincenzo De Luca, il nuovo governatore della Campania che dovrebbe essere sospeso a giorni dalla carica: un’altra incognita e fonte di imbarazzo”
Dopo 8 secoli in fuga, i Valdesi hanno sentito un Papa che, nel loro tempio, ha detto: “vi chiedo scusa per gli atti non cristiani e inumani compiuti contro di voi”. Bergoglio non ha paura delle parole, vuole una chiesa senza paura, che parli perché il mondo capisca.Tutto cambia.