Quant’è bonus, titola il manifesto. Una giornata cominciata male per il Governo, con un sondaggio diffuso da Agorà, secondo cui 7 italiani su 10 pensano che le tasse con Renzi siano aumentate, è finita in gloria. Trovato un tesoretto di un miliardo e seicento milioni, ed è subito bonus. Come gli 80 euro. Anche se “A chi lo daremo, per ora non ve lo dico. Suspence! Per carità è bello e giusto che col tesoretto si ripari qualche. Però non mi piace che “diritti” o “conquiste” diventino “bonus”. Non si riapre la contrattazione, con si riconosce un salario di dignità a chi ha perso tutto, no, il capo azienda fa i conti e con quello che è rimasto in cassa elargisce un bonus. Si afferma una concezione padronale persino della redistribuzione del reddito. In fila,per il bonus!
Il miracolo del jobs act, ironizza il Fatto. A gennaio febbraio il numero dei posti di lavoro è aumentato, rispetto agli stessi mesi dell’anno prima, di ben 13 unità! I giornali compiacenti ricordano tuttavia che un quinto di questi nuovi posti sono a tempo indeterminato.Vuoi mettere! Ola,ola! Il sole24ore ha però scoperto una “clausola di salvaguardia”: le aziende pagheranno di più se il costo del jobs act (com’è probabile) dovesse crescere. Siamo “Oltre la decenza” dice il giornale della Confindustria. Mentre su Repubblica Fubini fa i conti dei “tagli” e scopre che si arriverà forse a 7 miliardi, non a 10. L’Europa tornerà a farci le bucce e torneremo a pagare più caro il debito. Oggi, grazie a Draghi, paghiamo meno interessi degli Stati Uniti, e non è normale!
La stretta di mano, c’è già stata. Tra poco Barak Obama e Raul Castro si parleranno a quattr’occhi. Per i Cubani l’assalto alla Moncada (1953), la fuga di Batista (gennaio 1959), la figuraccia degli americani invasori alla Baia dei Porci (primavera 1961) e poi la scoperta dei missili mandati da Mosca (autonno 62) e l’embargo per strozzare l’economia dell’isola, infine il tentativo di esportare la rivoluzione e la morte di Guevara nell’ottobre1967, sono fatti del passato, storia da studiare. Come per noi la Resistenza. Oggi ragazze e ragazzi di Cuba credono in Obama e nel Papa, nella pace e nella solidarietà, e sperano di non doverle difendere con le armi, nella sierra.
Ma la rivoluzione è negli Stati Uniti. È vero, quei vecchi e ricurvi cubani non fanno più paura, ma hanno resistito per mezzo secolo alla superpotenza che li voleva spazzare via. Quella mano di Obama che si tende vale un biglietto di scuse, suggella l’ammissione di un errore. Come con l’Iran: colpo di stato nel 1953 per rovesciare Mossadeq, rottura delle relazioni dopo la rivoluzione khomeynista del 79, appoggio all’aggressione di Saddam,1980-1988, ma ora si cambia, si discute, si cerca l’accordo. In mezzo, il massacro dei comunisti in Indonesia nel 65 e gli stadi del Cile trasformati in campi di concentramento nel 73. Scusate, ma non sopporto la storia taroccata per celebrare il più forte.
Mafia è Capitale. La Cassazione ha deciso: Carminati, Buzzi & C operavano come la mafia, erano dunque una nuova mafia. Non una metastasi ma un fenomeno originale e originario, come hanno scritto Pignatone e Prestipino. Dunque è la mafia anzitutto bussinness, intermediazione parassitaria, favorita dalla minaccia se non basta la stecca al politico e al funzionario. Non servono la coppola, nè il capo che fa sapere di avere personalmente strozzato decine di “pidocchi”, nè le primule rosse latitanti a casa loro. Anzi, come in Sicilia, la Mafia imprenditora fa pure l’antinafia, se le conviene. Spero che di questo la Commisione guidata da Rosy Bindi saprà occuparsi.