“Trump! Trump! Trump! Lui e Putin, sogno e speranza”. Dopo Ferilli, Al Bano. Non perdetelo, a pagina 6 del Fatto Quotidiano. In basso, il giornalista Fabrizio D’esposito scopre il filosofo Augusto Del Noce. “Ideologicamente la nuova borghesia è caratterizzata dal timore di un qualsiasi risveglio religioso, sia cattolico, sia persino comunista, nella vecchia forma del marxismo come religione secolare. Si vuole una società completamente secolarizzata, che rifiuti ogni sorta di valori assoluti, permanenti, immutabili”. Notate che il marxismo, “persino” rimpianto dal filosofo, è quello di Stalin, forma appunto, di “religione secolare”. “Dalla secolarizzazione post comunista, al kamalismo tecnocratico: la profezia di Del Noce”.
Ho letto Del Noce. Meglio, sono stato allievo di Santino Caramella. Da giovane amico di Gobetti, conobbe Lenin, nel ‘29 finì nel carcere fascista. Ma poi si interessò allo “spiritualismo fascista”. E, dopo il ‘68, si convinse che Vietcong e contestazione giovanile stessero i valori a fondamenti di Fede e Occidente. Ho apprezzato le sue lezioni di filosofia teoretica, ma ho deciso di muovere in direzione opposta e contraria. Credetemi, scrivo di filosofia ma non parlo d’altro. Sia Trump che Putin invocano lo scudo dei valori cristiani – russo ortodossi o giudaico occidentali- contro “decadenza” e “nuova borghesia”. In altre parole, contro i vizi della “Casta”. Dei funzionari pubblici, di quel che gira intorno a Washington e a Montecitorio, di medici e infermieri in Italia, di professori che parlano dello sterminio dei “nativi”, di magistrati che pretendono di interpretare la legge, e impiegati che si occupano di tutela ambientale o di difendere diritti sessuali e quelli delle minoranze. Tutto ciò, per i “vincitori”, sarebbe lusso e spreco di denaro. Trump o Meloni e chi corre in loro soccorso (proletari, donne, borghesie black o ispaniche) chiedono allo Stato di usare la forza contro l’invasione dei migranti e contro la concorrenza di Cina e Sud.
Chiedono di riavere i “privilegi” (il diritto a consumare senza freni) che l’Occidente aveva promesso loro. Più motori diesel e meno “cazzate” (come la fola di far emergere fiumi e torrenti “tombati” o di imporre limiti all’uso d’acqua per colture e allevamenti intensivi). Murare il confine col Messico e deportare i palestinesi che minacciano Israele. Tregua (forse) in Ucraina, ma con l’Europa a presidiare il fronte e pagare la ricostruzione. Poi l’individuazione di un nuovo nemico simbolico, trasformando un fenomeno in sostanza. Ieri era “il terrorismo” -delle Brigate Rosse o dell’Isis non cambia, diceva Alessandro Orsini- ora è “l’antisemitismo” -“nato dalla religione, poi dal razzismo ariano, ma che oggi -ha detto Fiamma Nrestein a Report- si nutre di odio per Israele”, avamposto di civiltà in “partibus infidelium”. “Zecche comuniste antisemite!” Grida Salvini. E pretende di chiudere Centri Sociali. Come in Ungheria invece, saluti romani e camicie nere saranno prescritti dal folklore nazionale. Oggi il mostro lo si vuole antisemita ma anche comunista, che frequenta i Gay Pride come i nemici della Chiesa ma come la Chiesa (di Francesco) che vuole accogliere poveri e migranti. Questa, cari lettori che mi accusate di trasformare il Caffè in un minestrone, è la vera, unica, marmellata. Quella dei “vincitori”! Del Trump-Melon-Salvinismo, con cui cinguettano anche certi progressisti.
Questo virus, che fa impazzire la maionese della storia -sono d’accordo con chi lo dice- lo coviamo da tempo. Abbiamo ridotto il numero dei parlamentari. Trasformato il voto regionale nella scelta di un “governatore”, che poi si vuole a vita. Abbiamo gridato allo scandalo per 5mila euro di indennità ai deputati (chiudendo un occhio sui rimborsi spesa) mentre l’America applaude il genio di Musk, che ha guadagna 13 miliardi in borsa vincendo la scommessa sul nome del Presidente. Da noi, “ristori e bonus” a imprenditori che non accantonavano il TFR e commercianti che chiamavano “pizzo” le tasse, Cospito al 41Bis, sì ai magistrati che usano le intercettazioni per la “pesca a strascico”, poi ci stupiamo -Marco Lillo- che usassero lo stesso software israeliano dei “privati“ che spiavano La Russa e figlio.