Brusca frenata delle assunzioni stabili. Rebubblica pagina 4. Nel primo trimestre 2016 abbiamo avuto 324mila nuovi contratti di lavoro stabili. Le cessazioni sono state 377 mila. Dunque il saldo è ancora attivo, ma se si tiene conto delle trasformazioni, da lavoro a termine a duraturo, 79mila, scopriamo che nel trimestre si sono in realtà perduti più di 21 mila posti di lavoro. La tendenza è però la cosa più preoccupante: i nuovi contratti sono il 77% in meno di quelli dello stesso trimestre del 2015 (assunzioni allora drogata dagli incentivi agli imprenditori, incentivi che hanno provocato un buco nelle casse dell’Inps, con preoccupazioni per le pensioni), ma sono di meno anche delle assunzioni registrate nel primo trimestre del 2014, quando la crisi mordeva e al governo c’era Enrico Letta. Credete che Poletti – non dico Renzi – si scuserà per le balle raccontate sui miracolosi risultati del jobs act? Intanto il Corriere spiega che il lavoro pagato con i voucher è cresciuto del 45,6%. Pagati a giornata, anzi a ore. Non è precariato, questo? Ma il governo passa oltre: le nuove promesse le troverete in prima pagina. Renzi abolirà Equitalia, ridurrà le tasse per il ceto medio e anche per le famiglie. Il tutto dopo che gli italiani avranno votato Sì al referendum di ottobre. Il quale referendum – spiega però Federico Fubini – rischia di cadere in un momento inopportuno: il 15 ottobre, quando il governo dovrebbe annunciare, con la legge di stabilità, la nuova “stretta” voluta da Bruxelles. Si apre – dice Fubini – “un conflitto di calendario”.
Hillary Clinton tra due fuochi, titola oggi di Le Monde. Anche Rampini, Repubblica, e Mastrolilli, Stampa, si sono accorti che le cose non vanno bene per la probabile candidata democratica. Hillary non raggiungerà il numero di grandi elettori necessario per la candidatura se non dopo che avrà votato la California, il 7 giugno. Ma se in California Sanders, come è probabile, vincesse ancora, la candidata apparirebbe scelta più dall’apparato, dai deputati e dai senatori, dalle lobbies e dalle multinazionali che – scrive oggi Financial Times – “scappano per paura da Trump per divenire tiepidi sostenitori della Clinton” che dei democratici che vivono, lavorano e fanno i conti ogni giorno con le disuguaglianze del capitalismo liberista. Se prevalesse anche il California, Bernie Sanders sarebbe vincitore morale delle primarie anche se la Clinton potesse contare – ed è probabile che accada grazie ai super delegati – i 2383 voti necessari per la candidatura. Cosa vuole ottenere Sanders? Secondo la sondaggista Margie Omero, intervistata da Repubblica – il senatore del Vermont chiederà che la candidata faccia propria la sua agenda politica su “salari, sanità, uguaglianza”. Non si vincono le presidenziali se non si è in sintonia con il sentire della base che ti candida. Purtroppo Donald Trump è in sintonia con le paure e con i vaffa repubblicani, Hillary non sembra in sintonia con i giovani, gli operai, con il ceto medio bianco, l’opinione radical che ne ha le tasche piene dello strapotere di Wall Street.
Agguato a fucilate, salvato dalla scorta, titolo del Corriere. Giuseppe Antioci è il presidente del Parco dei Nebrodi, un’oasi di verde tra Etna e Madonie, in Sicilia. Di recente sono state revocate le concessioni di 400 ettari di verde per il pascolo. Qualcuno s’è arrabbiato. Ieri la macchina blindata del Presidente si è dovuta fermare, bloccata da grossi massi al centro della strada. Dal bosco sono sbucati alcuni individui armati di fucili, hanno – sparato proiettili che si usano per i cinghiali, avevano delle molotov per costringere Antioci a uscire dall’auto. Ma subito è arrivata la seconda auto della scorta, gli agenti hanno sparato e l’agguato è fallito. “I clan perdono milioni, so chi mi vuole morto – dice Antioci a Repubblica – ma non mi fermeranno”. Dopo tante chiacchiere, vedremo se l’antimafia saprà costruire una cortina a protezione di Antioci. Non lo conosco, ma è un obiettivo della mafia; e questo basta.