Flatus vocis, parole fatte di vento e che si disperdono col vento. Mi sembrano siano solo questo le affermazioni ministeriali ed elettorali della Lorenzin, che si accorge del crollo demografico e promette alle madri qualche euro in più per comprare un bavaglino nuovo al bebè – Repubblica, “Bonus bebè, più soldi per le famiglie, primo figlio 160 euro” – e di quel tal Costa, ministro per gli affari regionali, che non gli pare vero di essere invitato in televisione e per restarci intima ai giudici di non concedere mai adozioni a chi non sia sposato in chiesa – Corriere, “sentenze sulle adozioni gay, il ministro richiama i giudici” -. Perciò passo oltre.
La grande fuga dalle borse, titola La Stampa, “Ritirati 90 miliardi”. La Cina frena, paesi emergenti come il Brasile rischiano di venire sommersi dal crollo del prezzo delle materie prima, l’Europa è minacciata dalla Brexit e dalle regole di bilancio che vorrebbe imporre ai paesi mediterranei (Grecia, Italia, Spagna) che non le possono rispettare: ecco che gli investitori si ritirano, vendono le loro azioni, con ciò stesso favoriscono il diffondersi del pessimismo e fanno vincere l’orso in borsa. Ai ripari! Federico Fubini,Corriere, spiega che l’accordo tra Italia ed Unione è quasi raggiunto: “Sì alla flessibilità, ma tagli al deficit”. Invece che una botta subito, l’annuncio di una botta domani. El Pais spiega che sono “Gli Stati Uniti” a raccomandare “più flessibilità per la Spagna”, citando Jason Furman, capo dei consulenti di Obama. La Stampa racconta come “la finale Eurovision diventa campagna anti Brexit”.
Le liste? Una parte di noi guardava altrove, dice Fassina al Corriere della Sera. Sarà stato pure un incidente, quello che ha portato all’esclusione del candidato sindaco di Sinistra Italiana dalla competizione per il Campidoglio – domani l’ultimo appello al Consiglio di Stato – ma “quando ci sono problemi organizzatici – osserva Fassina – la ragione di fondo è sempre politica”. “Dovremo fare – aggiunge – un radicale cambiamento. Non si può portare avanti la fase costituente quando il nucleo fondativo ha opzioni contraddittorie”. Giusto! Quali, dunque, queste opzioni contraddittorie all’interno di Sinistra Italiana? Fassina le racconta così: “Da una parte chi, come me, considera chiusa la fase del centrosinistra. Dall’altra, chi pensa che il nostro destino sia l’alleanza subalterna con il Pd”. Un’affermazione da approfondire e che, per il momento, sembra chiamare in causa piuttosto SEL, che a Milano non appoggia Basilio Rizzo, in Sardegna si allea col Pd, a Roma si è divisa sulla lista Fassina.
C’è una sinistra, che si presume a sinistra ma che, secondo me, non ha una cultura molto diversa da quella del Pd. Perciò si attacca al metodo, a idola (illusioni o fantasmi) processuali: tipo le primarie, e l’ascolto salvifico del territorio, mentre rivendica una equa spartizione dei posti per garantire a ognuno almeno uno strapuntino nella rappresentanza. L’idea è che la sinistra esista in natura, che sia una pianta forte e nutrita da sensibilità diffuse – ecologista, femminista, pacifista, lavorista, altruista – che questa pianta si possa continuare a innaffiarla, magari dai margini del giardino, anche se il capo giardiniere usa fertilizzanti pericolosi o contaminati. Davvero, quando ascolto un trentenne o un quarantenne di SI parlare quel gergo astruso pieno di buoni sentimenti e di cultura corrente, senza un’analisi dello stato delle cose, della posta in gioco, di quel che è possibile o che non lo è, penso che Renzi sia la risposta inevitabile a una notte della sinistra che dura almeno dal 1984. Ne parleremo? O si preferirà nascondere la polvere sotto il tappeto della prossima emergenza?
Dossier del NYT: baci rubati, volgarità, uso del potere. Il più importante giornale progressista americano ha dimostrato, intervistando molte donne che l’hanno conosciuto, che Donal Trump è proprio come tutti sanno che sia e come egli stesso vuole apparire: un volgare, arrogante, sessista bancarottiere. Un uomo dello spettacolo e del potere. Che strizza l’occhio all’americano medio suggerendogli di dare, come lui, una bottarella a ogni bella slava donandole un bracciale così lei è contenta. E che vuol risolvere, con lo stesso metodo, anche la rogna degli immigrati messicani, dell’indebitamento con la Cina, dell’invasione di prodotti a basso costo, del salario sempre più magro per i workers americani. New York Times sa bene come i Kennedy fossero erotomani, ma il pudore dell’epoca insisteva sul fascino piuttosto che sulla mano morta. E chiamava trasgressione quel Happy birthday Mr President sussurrato da Marilyn Monroe fasciata di lamé. Poi la pubblicità è diventata sempre più chip, ha invaso ogni anfratto della nostra alcova, trasformando i comportamenti e mutando l’immagine riflessa delle nostre identità, denudando vecchi tabù ma per ricostruire, involgarendoli, riti ancestrali e misogini, che riducono il sesso a fruizione e strumento della proprietà borghese. Putin, Berlusconi, Trump sono quel che si merita la finta emancipazione femminile e la finta indignazione di chi guarda il potere dal buco della serratura.
Il dialogo tra nemici sul mar rosso. Maurizio Molinari spiattella le prove di intesa cordiale tra Arabia Saudita e Israele. Hanno lo stesso nemico principale, l’Iran. Pensano, gli uni (Netanyahu) e gli altri (i discendenti di al Saud) che gli arabi non possano entrare nella modernità se non portandosi dietro paranoie medievali, ossessioni religiose e stragi per il potere. Dunque dialogano, si corteggiano e si accorderanno. Raccontavo a mio figlio come gli sciiti fossero agli inizi una setta legittimista (il vero erede è Alī, parente del Profeta, l’islam ha bisogno di un ordine, in qualche modo di un clero), che la battaglia di Kerbela, il 10 ottobre del 680, spinse gli sciiti ai margini del mondo arabo, relegandoli nell’antica Persia dove incontrarono una società civile più strutturata, La Sunna ebbe grandi allori e conobbe vette di civiltà, ma nel diciottesimo secolo, con l’impero ottomano in declino e l’imperialismo inglese che avanzava, una corrente chiuse porte e finestre al moderno, si concentrò nella lettura più retriva del Corano e nella conquista dei luoghi sacri e del potere sul medio oriente musulmano. Fu tale l’accordo tra al Wahhab e al Saud. Al Zarquawi e al Bagdadi sono figli di quell’accordo. Netanyahu è figlio dell’illusione suicida che solo col bastone (la bomba, gli USA) la fortezza Israele possa domare il medio oriente. Che l’unico Dio – se c’è – ci salvi.