M5S: votiamo solo la Cirinnà, Repubblica. “Unioni civili: le condizioni di M5S”, Corriere. I due titoli indicano che c’è una maggioranza, persino ampia, in Senato per riconoscere qualche diritto alle coppie omosessuali. Persino il diritto per il partner di adottare il figlio biologico del convivente. Certo il Giornale titola “Possibili danni sui figli” (per le “adozioni gay”), riprendendo una dichiarazione di tal Giovanni Corsello, presidente dell’associazione di pediatria. Anche Repubblica ne dà conto, ma contrapponendogli dichiarazioni di senso opposto che verrebbero degli “psichiatri”. Mi pare una polemica già stanca. Cosa propone infatti “il pediatra”? Che il figlio venga tolto al genitore dacché egli convive con persona del suo stesso sesso? E a chi affidarlo poi il bambino, a un istituto religioso? La possibilità di adottare il figlio del partner serve semmai a riconoscere una situazione di fatto, a non far sentire quel figlio un paria. Chi sono i tuoi genitori? Gli chiedono a scuola. “Ne ho uno – risponde – poi c’è a casa un suo amico (o una sua amica)”. La stpchild adoption apre alla “gestazione per altri”? Sul piano del diritto, no. Perché in Italia quella pratica è vietata. In realtà può farlo, giacché in Italia è difficile adottare un bambino – anche se tanti bambini avrebbe estremo bisogno di una famiglia -, così, chi ha soldi va all’estero, paga, e risolve altrimenti. Anche questo è un fatto. Che facciamo? Respingiamo fuori dai confini il bebè, reo di avere solo il papà o solo la mamma, di essere stato generato non da una donna sposata (o comprata) dal pater familias, ma da un’altra che lo ha tenuto nove mesi dentro di sé e poi è passata ad altro? Parliamo di politica. Alla fine la legge passerà perché NCD è stato pagato ampiamente con poltrone di sotto governo e presidenze di commissioni parlamentari, i verdiniani sono ormai in maggioranza e ci vogliono restare, i cattolici del Pd non saprebbero cosa fare senza Renzi. Forza Italia, vista la depressione del family day, si scopre all’interno anche un’anima laica, i 5 stelle vogliono passare ad altro perché su questi temi c’è poco da urlare, non c’è gloria a fare opposizione. Certo lo spettacolo è modesto, con senatori senza nome che denunciano le malefatte della lobby LGBT con gli stessi argomenti con cui un tempo si parlava di demoplutocrazia o di lobby giudaico-pluto-massonica. Pazienza.
Allarme dell’Europa: l’Italia sca crescendo ma meno del previsto, la Stampa.”Deficit italiano verso l’aumento”, Corriere. “l’Italia alla UE: la manovra non cambia”, Repubblica. Il catalogo è questo. Con la sua legge di stabilità il governo ha ridotto le tasse sulla prima casa (e non sul lavoro), ha confermato i bonus agli imprenditori (a quelli bravi e ai meno bravi), ha adottato qualche misura di sostegno alla povertà, ma ha messo in conto un aumento del deficit e quindi del debito. Il punto è che i risultati positivi, per ora, sono modesti. Sì, chi può tenta una nuova attività, chi pagava le imposte con la partita IVA può avere convenienza a pagarle da dipendente, chi non sa dove piazzare i soldi può tentare di comprare casa con un mutuo a tassi contenuti; ma il cavallo non beve. La produttività del lavoro non aumenta, ai posti che si creano corrispondono altrettanti posti che si perdono. E questo anche senza la prospettiva, purtroppo non peregrina, di una recessione in arrivo dagli States. Così resta il deficit, e si vede di più l’importante debito pubblico dell’Italia, e restano le sofferenze del sistema bancario. Renzi fa il matto in Europa perché non vuole e non può cambiare il verso della sua politica economica. Con la prossima finanziaria dovrebbe trovare 17 miliardi per scongiurare l’aumento dell’IVA (clausole di salvaguardia) e 23 per correggere il deficit strutturale. Con una manovra così, si perdono le elezioni, forse anche il referendum-plebiscito sulle riforme. Dunque sia l’Europa a cedere, gli conceda fiducia: flessibilità.
Ha un torto capitale: la mancanza di coerenza. Non lo dico io, lo afferma su Repubblica Andrea Bonanni. Renzi è incoerente – sostiene Bonanni – perché non chiarisce “se sta dentro l’Europa per cambiarla o invece contro l’Europa per rifiutarla”. Non lo chiarisce perché non ha una visione, aborre chi gli chieda di scegliere qualsivoglia linea di condotta che non sia per l’immediato futuro, vuole ottenere vantaggi per sé e per il suo governo hic et nunc Tutto il resto lo annoia. “Ma se tutto si riduce agli zero virgola, come nel duello Renzi-Merkel per interposto Juncker, – scrive Lucio Caracciolo, sempre per Repubblica – la sconfitta dell’Europa è assicurata”. “L’Italia non può ridursi – prosegue il direttore di Limes – a chiedere solo una politica fiscale meno stolida, più realistica. Deve promuovere un progetto europeo corrispondente ai nostri interessi, quanto meno con essi non confliggente. E costruirvi intorno un sistema di alleanze. Su questo si misura, infine, il senso o il non senso di una nazione”. Sono completamente d’accordo con Caracciolo. Dopotutto è questo il motivo del mio dissenso nei confronti del trublione di Rignano, al quale pure riconosco grandi capacità nella battaglia politica, tenacia e una buona dose di realismo. Sarebbe un ottimo gestore dell’esistente, in tempi ordinari. Ma i tempi che viviamo non sono niente affatto ordinari e senza lucidità di progetto, senza spirito visionario, prima o poi si annaspa nella palude.