Banca Etruria, vertici indagati per il dissesto. Così il Corriere. L’accusa all’ex presidente, Lorenzo Rosi e a Luciano Nataloni, del CdA, è di “omessa comunicazione di conflitto di interessi”. Conflitto di interessi che il pubblico ministero di Arezzo considera evidente. Del presidente Rosi, Pierluigi Boschi, padre di Maria Elena e già multato da Bankitalia per 144mila euro, è stato vice presidente. Inoltre, secondo Tiziano Donzelli, capo gruppo di Fratelli d’Italia in Toscana, Rosi sarebbe stato socio in affari di Tiziano Renzi, padre di Matteo. Questi nega e minaccia querele, Donzelli esibisce delle visure, sostiene di avere le prove. Ancora, Marco Carrai, amico e finanziatore del premier, avrebbe mostrato un interesse sospetto proprio per Banca Etruria e proprio alla vigilia del commissariamento. Lo stesso Carrai che, ieri, ha incassato il via libera (senza sottostare a vincoli ambientali) per la costruzione del nuovo aeroporto di Firenze, opera che gli sta a cuore. Per carità, tutto ciò non attesta al momento niente di più che una contaminazione ambientale tra governo e banca indiziata di aver truffato i risparmiatori. Andrà provato se il conflitto (potenziale) di interesse è stato anche reale, si è cioè sostanziato in favori ai banchieri e alla banca. Ma, politicamente, è indispensabile che il governo diradi le nebbie prima del giudizio della magistratura.
“Sfiducia alla Boschi” Lei: non mollo. Così apre Repubblica. Il movimento 5Stelle ha presentato alla Camera una mozione di sfiducia nei confronti della ministra (secondo il Fatto, che titola“Gli M5S salvano Boschi dall’abbraccio di Verdini”, sarebbe stato meglio premuovere la sfiducia davanti al Senato, dove la maggioranza ha numeri più risicati). Comunque Boschi risponde: “Sfiducia? Vedremo chi ha la maggioranza”, la Stampa. A me sembra un modo sbagliato di reagire. Non si fugano il dubbio né si cancella il sospetto (per quanto malevolo lo si voglia considerare) facendosi scudo della forza dei numeri, numeri che in parte derivano, oltretutto, dal premio di maggioranza di una legge (il Porcellum) che la Consulta ha bocciato perché incostituzionale. Purtroppo sembra proprio che Renzi voglia far votare la mozione di sfiducia il più presto possibile e in un clima di scontro (e di insulti) con M5S. Questo per togliere nell’immediato la Boschi dal mirino e delegare il compito di far chiarezza al lavoro di una commissione parlamentare d’inchiesta che deve ancora essere costituita (e ci vuole una legge per istituirla). Operazione dilatoria nei cui confronti Guido Gentili, Sole24Ore e Marcello Sorgi, Stampa avanzano dubbi e obiezioni . Una commissione parlamentare – dicono – si sa come parte, non come finisce. C’è il rischio che possa mettere sotto tiro l’intero sistema del credito, invece che affondare il bisturi sullo scandalo odierno. Né è escluso che finisca per diventare uno strumento, politico, di ingerenza sulle banche.
Il male oscuro della Merkel e la solitudine di Angela. Angelo Bolaffi per Repubblica. “Merkel riconquista il partito: Accoglieremo i profughi”, la Stampa. Il Corriere spiega, però, a quale prezzo Angela abbia riconquistato la base del suo partito: “Polizia europea ai confini e impronte prese anche con la forza”. Questa ultima ingiunzione, si prendano con la forza le impronte ai migranti, è rivolta all’Italia, sospettata di aver fatto filtrare i migranti in transito verso Germania e Francia. Uno schiaffo al nostro governo, che però sembra incassare un elogio da Obama per il suo impegno contro il Daesh. “L’Italia sta facendo di più contro l’Isis”, titola infatti Stampa. In verità la frase per intero suona così: “Gli Stati Uniti stanno facendo di più in questa battaglia, come i nostri alleati Francia, Germania, Gran Bretagna, Australia ed Italia, e altrettanto devono fare gli altri”. Secondo Repubblica più che di un elogio si tratterebbe di un auspicio: “Obama: annienteremo i capi dell’Is, l’Italia e gli alleati pronti a fare di più”. E in questo di più potrebbe rientrare un intervento militare, con truppe sul terreno, in Libia, ex colonia italiana. Guido Ruotolo, sentito il generale di corpo d’armata, Paolo Serra, ipotizza almeno un invio di nostri carabinieri a Tripoli, per “militarizzare l’area delle ambasciate straniere”. C’è altro? È illecito ipotizzare che il premier, mentre diceva “non inseguo bombe degli altri”, lavorava per un intervento militare all’insaputa del Parlamento?
Si vota in Spagna, bipolarismo alla prova. Mancano appena 5 giorni alle elezioni politiche. Rajoy, il primo ministro e Sanchéz, segretario del PSOE, si sono affrontati ieri nell’unico faccia a faccia della campagna elettorale. Sono volate parole grosse: “Sei indecente. Tu, miserabile”. Il premier ha legato le sue chances alla crescita ritrovata (un segno più, quest’anno, intorno al 3%), Sanchez ha attaccato su corruzione e disoccupazione (che resta altissima, intorno al 20). Dunque, popolari o socialisti? Niente è più lontano da questa rappresentazione. L’ultimo sondaggio, pubblicato ieri da El Pais, attribuisce al partito di Rajoy il 25,3%, il 21% al PSOE, ma il 19,1% a Podemos e il 18,2 a Ciudadanos (un Podemos di destra). Nessuno dovrebbe poter governare da solo e i due partiti storici, di destra e di sinistra, messi insieme non farebbero più del 46%. Nessuno dovrebbe poter governare senza doversi alleare. E quando un sistema diventa quadri polare non c’è marchingegno elettorale che tenga. A questo proposito vorrei avvertire alcuni amici del Pd come il doppio turno, previsto dall’Italicum solo per il premier e con un premio di 120 deputati al vincitore, possa funzionare esattamente al contrario di come ha funzionato domenica il doppio turno in Francia. Potrebbe spingere le opposizioni (destre e 5 stelle) a convergere sullo sfidante, come unico modo per bloccare le politiche del governo, imposte in Parlamento a forza di fiducie.